Assumi sonniferi ma ti svegli stanco ecco cosa succede davvero

L’uso dei sonniferi rappresenta una soluzione piuttosto diffusa per combattere l’insonnia e favorire un riposo notturno di qualità. Tuttavia, molte persone che ricorrono a questi farmaci per addormentarsi la sera, lamentano al risveglio una sensazione di stanchezza ancora più marcata, nonostante abbiano dormito per un tempo apparentemente sufficiente. Da cosa dipende questo fenomeno? Analizziamolo insieme.

Gli effetti residui dei sonniferi

I sonniferi possono provocare diversi effetti collaterali, tra cui quelli residui che persistono anche nelle ore successive al risveglio. Questi effetti si manifestano con sonnolenza diurna, difficoltà a mantenere la concentrazione, episodi di vertigini e una riduzione della coordinazione motoria. Alcuni principi attivi, in particolare, sono noti per indurre una sensazione di torpore e rallentamento nelle prime ore del mattino.

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Anche i prodotti a base di melatonina, se assunti in quantità superiori a quelle consigliate, possono causare stanchezza al mattino. Un dosaggio eccessivo di melatonina, infatti, può determinare una prolungata sensazione di sonnolenza nelle ore successive al risveglio, sottolineando l’importanza di rispettare le dosi raccomandate.

La durata degli effetti residui varia in base al principio attivo utilizzato e alla risposta individuale dell’organismo. Alcuni sonniferi hanno un’azione prolungata e possono restare attivi nell’organismo per molte ore, influenzando la vigilanza e il benessere anche durante la giornata successiva.

L’insonnia da rimbalzo

L’assunzione prolungata di sonniferi deve essere evitata, poiché può portare allo sviluppo di dipendenza e sintomi di astinenza. L’organismo, abituandosi alla presenza del farmaco, sviluppa una tolleranza che richiede dosi sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto. La dipendenza si manifesta con la difficoltà, o addirittura l’impossibilità, di addormentarsi senza l’ausilio del sonnifero.

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La sospensione improvvisa dei sonniferi può provocare l’insorgenza dell’insonnia da rimbalzo, una condizione in cui i sintomi dell’insonnia si ripresentano in forma più intensa rispetto a prima dell’inizio della terapia. Questo fenomeno comporta un sonno frammentato e poco ristoratore, con conseguente stanchezza e spossatezza al risveglio.

La dipendenza psicologica dai sonniferi può generare ansia legata al momento di andare a dormire, peggiorando ulteriormente la qualità del sonno. Per questo motivo, è fondamentale utilizzare i sonniferi con consapevolezza, per periodi limitati e sempre sotto controllo medico, al fine di ridurre il rischio di effetti indesiderati e peggioramenti della situazione.

Le interferenze dei sonniferi

I sonniferi possono alterare quella che viene definita architettura del sonno, ovvero la sequenza e la durata delle diverse fasi che compongono il ciclo del sonno. Alcuni farmaci, ad esempio, riducono la durata della fase REM, fondamentale per il recupero delle funzioni cognitive e della memoria.

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Il risultato è un sonno meno profondo e rigenerante, che si traduce in una sensazione di stanchezza al risveglio. L’alterazione delle fasi del sonno può inoltre influire negativamente sull’umore e sulla capacità di concentrazione durante la giornata. Un sonno cronicamente disturbato e non ristoratore può avere ripercussioni significative sia sulla salute fisica che su quella mentale.

In alcuni casi, i sonniferi possono indurre comportamenti inconsueti durante il sonno, come episodi di sonnambulismo o l’assunzione inconsapevole di cibo, che interrompono il riposo e accentuano la sensazione di stanchezza mattutina. Sebbene questi effetti siano rari, sottolineano l’importanza di un uso attento e limitato dei sonniferi.

Alternative efficaci

Per migliorare la qualità del sonno e contrastare l’insonnia senza ricorrere ai farmaci, esistono strategie alternative efficaci. La terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia si è dimostrata particolarmente valida nel trattamento dei disturbi del sonno, offrendo risultati duraturi nel tempo.

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Un’altra soluzione consiste nell’adottare una routine serale regolare, andando a dormire e svegliandosi sempre alla stessa ora, evitando l’assunzione di sostanze stimolanti come caffeina, alcol e teina, limitando l’esposizione alla luce blu dei dispositivi elettronici e creando un ambiente confortevole e rilassante che favorisca il sonno.

Attività rilassanti come la lettura di un libro o l’ascolto di musica soft possono aiutare corpo e mente a prepararsi al riposo. Anche il consumo di tisane a base di erbe calmanti, come camomilla e valeriana, può agevolare l’addormentamento e ridurre i risvegli notturni, offrendo un valido supporto naturale senza la necessità di ricorrere ai farmaci.

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